I servizi per «Striscia la Notizia» erano falsi: condannato l’ex inviato Mingo

Un anno e due mesi di reclusione per i reati di truffa, falso e diffamazione. Il Tribunale di Bari ha condannato in primo grado l’ex inviato di Striscia la Notizia Domenico De Pasquale (in arte Mingo) e la moglie Corinna Martino (amministratore unico della Mec Produzioni Srl di cui Mingo era socio). Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe truffato Mediaset con la complicità della consorte, facendosi pagare alcuni servizi relativi a fatti inventati ma spacciati per veri e facendosi anche rimborsare costi non dovuti per figuranti e attori.

Gli imputati sono stati ritenuti responsabili di quattro truffe relative ad altrettanti falsi servizi realizzati per il tg satirico, andati in onda tra il 2012 e il 2013. Per altri tre episodi è stata dichiarata la prescrizione, come per le presunte simulazioni di reato, e per altre tre truffe e una contestazione di calunnia, il Tribunale ha assolto nel merito gli imputati “perché il fatto non sussiste”.

Nello specifico, Mingo era accusato di truffa e diffamazione nei confronti dei produttori del programma, avendo – secondo la Procura – creato servizi falsi con attori pagati per fingersi cittadini e poi dichiarato che i falsi scoop erano stati commissionati dalla produzione. La moglie, invece, è stata condannata per truffa e falso, per aver denunciato lo smarrimento della patente e della carte di credito, utilizzate invece per noleggiare un’auto comparsa in uno dei servizi ritenuti falsi.

Le truffe – stando alle ipotesi sostenute in udienza dalla pm Luisiana Di Vittorio – sarebbero avvenute all’insaputa dell’altro inviato, Fabio De Nunzio, che all’epoca faceva coppia con Mingo. Il tribunale ha disposto anche il risarcimento dei danni alle parti civili: Rti, Antonio Ricci, Lorenzo Beccati, Gennaro Ventimiglia, Fabio Nocchi, Marco Pisciotta, Massimo Dimunno, Giovanni Tamborrino, Carlo Sacchetti, Alessandro Meazza e Massimo Greggio. Come riporta Repubblica, a Ricci e Beccati, Mingo e la moglie dovranno pagare immediatamente una provvisionale di 5mila euro e 1.000 alle altre parti civili mentre il resto dei danni sarà eventualmente liquidato in sede civile.

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