“Ti muovi” di Diodato a Sanremo 2024: Racconto degli squilibri interiori in un’intervista esclusiva

DIODATO: LA SUA PERCORSO MUSICALE E IL RITORNO A SANREMO

Tornare di nuovo all’Ariston dopo il trionfo del 2020 con ‘Fai rumore’ per Diodato è un’emozione. “Mi rende molto felice. Sento delle vibrazioni molto positive”, ci dice quando lo raggiungiamo in videocollegamento. E pensare che quel palco, quando dieci anni fa lo calcò per la prima volta presentando nella sezione Nuove Proposte ‘Babilionia’, neanche pensava fosse adatto a lui. Adesso, a 42 anni, ci torna con più consapevolezza. “Vengo da anni splendidi, dopo un tour in giro per il mondo. Ho capito quanto la musica per me sia una compagna di vita e un mezzo per ampliare i miei confini e la mia visione, conoscere anche cose molto lontane da me”, racconta. La sua ‘Ti muovi’ è nata da un’esigenza: quella di raccontare al mondo quel momento – che prima o poi tutti sperimentiamo – in cui qualcosa si muove dentro di noi e provoca un’emozione. Che può essere un ricordo, un ritorno, un ragionamento che non ci aspettavamo. Anche Diodato l’ha provata e, quando ha capito che era condivisa, l’ha voluta mettere in musica.

‘TI MUOVI’: COME È NATA LA CANZONE DI DIODATO A SANREMO 2024

Il cantautore aostano di nascita ma tarantino nel cuore – “perché ho vissuto in vari luoghi ma ho scelto Taranto come la mia terra”, ci dice – ci ha svelato come è nata la canzone con cui parteciperà al 74° Festival di Sanremo. “È una canzone figlia di questi anni, della mia volontà di immergermi in un flusso emotivo che condivido con tante persone. È arrivato un momento in cui ho iniziato a sentire delle cose dentro di me giunte in modo inaspettato. Sensazioni che portavano anche a squilibri. In quei giorni ho ascoltato delle storie di amici molto cari che mi raccontavano cose molto simili. Nelle loro storie, nel loro vissuto, c’erano molti punti in comune. Ho capito allora che forse quella canzone che avevo accennato soltanto era un seme da piantare”, racconta Diodato. Consapevole del fatto che quelle sensazioni potessero essere le stesse di tanti altri, si è rinchiuso in casa da solo qualche mese fa e ha iniziato a registrare. Così si è lasciato trasportare dalla musica, fino all’esplosione della parte strumentale con gli archi.

L’EMOZIONE DI TORNARE SUL PALCO E CONDIVIDERE PARTI DI SÉ

“Condivisione” è la parola che Diodato ripete più volte durante l’intervista. Perché per conoscere se stessi bisogna aprirsi anche agli altri. Molto riservato sulla sua vita privata, il vincitore di Sanremo 2020 sa però come mostrare le sue vulnerabilità. La vittoria con Fai rumore è stata un punto di partenza più che d’arrivo. Ma cosa prova a tornare su quel palco per la quarta volta? “Non provo timore, non ho avuto paura delle aspettative. Ho pensato solo che l’importante fosse tornare con una foto abbastanza veritiera di quello che che sono adesso. Spero di godermi ogni secondo, avere molte meno ansie. Vorrei che a casa arrivasse il mio stato d’animo. Questa canzone rappresenta anche un momento della mia vita in cui io credo fortemente e sempre di più nella musica”, ha spiegato. Negli ultimi anni, ci dice, è stato circondato dall’affetto di tante persone care e la sua vita è cambiata. “Sono stati anni di liberazione di apertura e di trasformazione. Anche della mia musica. Alcune canzoni sono diventate un racconto”.

UN NUOVO ALBUM DI CANZONI REINTERPRETATE

Per proseguire il suo percorso alla scoperta di sé e dei suoi movimenti interiori, Antonio Diodato ha deciso di cristallizzare in musica quello che chiama “un viaggio”. Con la band e in presa diretta ha registrato nuovamente alcune canzoni, già edite, che per lui sono particolarmente importanti. “Si tratta di brani che hanno avuto meno luce in alcuni album ma che in live sono stati protagonisti. Sono quindi brani editi ma in una versione inedita. E penso di essere riuscito a trasferire una certa energia”, ci dice. Questo nuovo album, che uscirà dopo il festival, conterrà anche “qualche sorpresa, con dei brani stravolti” e Diodato spera che, per quanto nato in studio, sia un “corpo vivo”.

LA SCELTA DELLA COVER ‘AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI’

IL LEGAME DI DIODATO CON IL CINEMA

La collaborazione con Luchetti ha inaugurato una lunga lista di fortunati incontri che hanno portato Diodato a lavorare con e per il cinema. Molte sue canzoni sono diventate colonne sonore di film come La vita è meravigliosa (con cui ha vinto il David di Donatello) per La dea fortuna di Ferzan Özpetek e Se mi vuoi per Diabolik: Ginko all’attacco dei fratelli Manetti senza dimenticare L’uomo dietro il campione scritta per Il Divin codino. L’ultimo brano legato a un film, forse il più sentito e anche vincitore del Ciak d’oro per la miglior canzone originale, è La mia terra, parte della colonna sonora del film Palazzina Laf dell’amico Michele Riondino. Su di lui il cantautore ci dice: “Sono felicissimo. Spero riceva tanti premi e che tanta gente veda il film. Per la delicatezza e la forza con cui è riuscito a raccontare questa storia”. Noi scommettiamo che, prima o poi, vedremo Diodato alle prese con un film tutto suo, magari da regista. Questo movimento interiore, chissà, può aprire molte strade.

Foto: Alessio Albi

ARTICOLI COLLEGATI: