"Maschi Veri: La nuova serie Netflix che ridefinisce la mascolinità"

Maschi Veri, è una nuova serie di commedia italiana disponibile su Netflix. Questo show è il remake della serie spagnola Machos Alfa, e segue le vite di Mattia (Maurizio Lastrico), Massimo (Matteo Martari), Riccardo (Francesco Montanari) e Luigi (Pietro Sermonti), quattro amici di mezza età. In un contesto sociale in continua evoluzione, i protagonisti si confrontano con pregiudizi radicati riguardo alla loro identità di maschi alfa. Dopo una serie di eventi inaspettati, decidono di partecipare a un corso di decostruzione della mascolinità tossica. Le conseguenze si rivelano tutt’altro che scontate. Scoprite di più su questa serie nel nostro articolo.

MACHIAVELLISMO E COMMEDIA: UNA RECENSIONE ANGOLARE

Composta da otto episodi di circa trenta minuti, Maschi Veri si presenta come una serie briosa ed incisiva, capace di intrattenere e stimolare riflessioni necessarie. Netflix ha creato una narrazione che alterna situazioni ironiche a momenti di drammaticità, mettendo sotto i riflettori le problematiche relazionali contemporanee.

Ogni protagonista affronta difficoltà nel relazionarsi con l’altro sesso. Massimo, dopo essere stato licenziato e sostituito da una donna, si trova in crisi; Mattia, spinto dalla figlia diciassettenne, si avventura su Tinder alla ricerca di una nuova partner; Riccardo lotta con la sua natura di traditore quando la sua compagna propone una relazione aperta; infine, Luigi, assorbito dalla vita coniugale e dalla paternità, fatica a trovare intimità con sua moglie.

Incapacità di adattarsi ai nuovi equilibri e ai cambiamenti: dopo aver accettato di frequentare il corso di decostruzione, saranno costretti a guardarsi dentro e a confrontarsi con le proprie fragilità e insicurezze. Tuttavia, il camino verso la comprensione non sarà affatto facile.

Maschi Veri analizza con arguzia e ironia le contraddizioni dell’epoca attuale, che derivano da rigidità passate e invitano alla riflessione in un periodo in cui molte persone si sentono smarrite—soprattutto coloro che hanno vissuto in un tempo in cui i ruoli di genere erano nettamente delineati.

Con il loro ego minato dalle conquiste femminili, la serie porta a porsi interrogativi che vanno oltre la semplice narrazione, incentivando discussioni tangibili sui rapporti umani.

I PROTAGONISTI: QUANDO L’UOMO INCONTRA IL MONDO

Ogni personaggio rappresenta un archetipo maschile noto. Uniti dall’auto-proclamato status di “Maschi Veri”—anche nome del loro gruppo su WhatsApp—questi quattro amici si battono per difendere la loro idea di mascolinità, sempre più confusi dalle dinamiche attuali.

Intrappolati in comportamenti tossici e visioni antiquate, non riescono a relazionarsi né con le loro compagne né con se stessi. Non ammettono vulnerabilità, piangere è un tabu e il loro ego vacilla se le partner ottengono successi maggiori.

Inoltre, si trovano impreparati di fronte a modelli relazionali moderni come la coppia aperta. Anche Mattia, nonostante la sua apertura agli insegnamenti della figlia, fatica a navigare questo nuovo contesto sociale.

La serie mette in evidenza i pericoli di chi si autoproclama “Maschio vero” senza mai interrogarsi, evidenziando come tali dinamiche patriarchali siano dannose per tutti, uomini e donne. Mostrare fragilità non significa perdere mascolinità; al contrario, è ciò che rende un individuo più umano e autentico.

UNA NARRATIVA ATTUALE E SIGNIFICATIVA

In sintetizzando, Maschi Veri si propone come una commedia arguta e contemporanea che riesce a mantenere un tono leggero e divertente. Scritta da Furio Andreotti, Giulia Calenda e Ugo Ripamonti, la serie è prodotta da Matteo Rovere per Groenlandia, parte del gruppo Banijay. Il cast è arricchito da attori come Thony, Sarah Felberbaum, Laura Adriani e Corrado Fortuna.

Le eccellenti performance degli attori, unitamente a quelle delle figure femminili, evidenziano come molte delle problematiche mostrate siano ancora vivide e presenti, meritando un’attenzione significativa da parte della società.

Tra le opere più recenti che affrontano tematiche simili, emerge Barbie di Greta Gerwig, che esplora le contraddizioni e le sfide della società patriarcale, mettendo in luce sia il percorso di autorealizzazione delle donne che le difficoltà emotive degli uomini.

Una visione che vale la pena apprezzare, la serie riesce a sorprendere, far sorridere e soprattutto innescare conversazioni significative anche dopo la conclusione degli episodi. E mentre scorrono le note di Boys Don’t Cry dei The Cure, viene sottolineato che anche i maschi hanno il diritto di piangere.

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