Il film intitolato **L’innocenza** si distacca dal suo titolo originale inglese, **Monster**, rivelando significati più complessi attraverso una narrazione che esplora a fondo la natura umana. Direttore di questo capolavoro, **Hirokazu Kore’eda**, torna a mettere alla prova le emozioni del pubblico con una storia toccante, potente e dolce al contempo, in grado di abbattere difese e pregiudizi con una semplicità disarmante.
Kore’eda, maestro del cinema giapponese e continuatore della tradizione di **Yasujirō Ozu**, si cimenta in questa opera non scritta da lui, ma che ha conquistato l’attenzione della critica, incluso un premio a Cannes. La storia si concentra su un delicato **coming-of-age**, mettendo in primo piano l’amicizia tra due giovani protagonisti, spesso vittime di un ambiente che enfatizza l’apparenza a scapito della verità. Un intreccio narrativo complesso introduce diverse prospettive, permettendo allo spettatore di addentrarsi nei sentieri dell’animo umano.
### ANATOMIA DI UN DRAMMA FAMILIARE
Minato, un ragazzo di quinta elementare, si trova a far fronte a conflitti interiori scaturiti da un trauma: è orfano di padre e vive con la madre single, Saori. Quest’ultima nota comportamenti inusuali nel figlio e comincia a interrogarsi su cosa stia accadendo nel contesto scolastico. Le sue intuizioni la portano a sospettare dell’influenza di un insegnante, il professor Hori. La ricerca della verità diventa un’ossessione per Saori, condannando a sua insaputa l’uomo secondo cui i segnali potrebbero essere il risultato di bullismo da parte di Minato stesso nei confronti di un compagno di classe.
### DUE MONDI DIVERSI
Il rapporto tra Minato e Yori, il compagno bullizzato, è centrale per la trama. Entrambi i ragazzi si ritrovano a fare i conti con difficoltà emotive e sociali. Un tempestoso evento atmosferico non farà altro che intensificare la conflittualità nelle loro vite, mentre i segreti e le verità vengono lentamente svelati. L’innocenza è solo apparente; ciò che si sviluppa è una rete intricata di relazioni che complica ulteriormente le dinamiche si si snodano attorno ai due giovani.
### LA STRUTTURA NARRATIVA
La narrazione alterna le prospettive di tre soggetti principali — Minato, Saori e il professor Hori— tramite uno stratagemma che utilizza un palazzo in fiamme come simbolo di congiunzione temporale. Questa scelta narrativa non è casuale e riesce a ribaltare le aspettative, svelando verità inaspettate e dimostrando come le apparenze possano ingannare. L’abilità di Kore’eda sta nell’evitare forzature narrative, presentando un racconto che si svolge in un modo che sembra fluido e naturale.
### MUSICA COME LEGAME EMOZIONALE
Un elemento che arricchisce ulteriormente il film è la colonna sonora di **Ryūichi Sakamoto**, il quale ha lasciato un’eredità musicale imperdibile. Anche se Sakamoto è scomparso poco prima dell’uscita del film, il suo tocco musicale accompagna l’intensità emotiva del racconto, imprimendo una nota nostalgica e profonda all’intera esperienza visiva.
### TEMATICHE SENSIBILI
**L’innocenza** non teme di affrontare tematiche delicate come il bullismo e i pregiudizi sociali. La critica mossa all’atteggiamento della società nei confronti di chi non si conforma ai canoni stabiliti è evidente in tutti i personaggi, ognuno dei quali si trova a combattere con le proprie incertezze e speranze. In questa tensione, l’amicizia tra Minato e Yori diventa un simbolo di speranza, dimostrando che l’amore e l’accettazione possono emergere anche in contesti conflittuali.
### UNA NARRAZIONE COMPLESSA
Il film di Kore’eda è un’opera stratificata che invita lo spettatore a riflettere su propri pregiudizi e sull’importanza delle relazioni umane. Ultra-due ore di visione esplorano la fragilità dell’indole umana, oscillando con maestria tra momenti di intensa drammaticità e attimi di liberazione. La narrazione si dispiega lentamente, richiedendo al pubblico di immergersi nei vissuti più intimi dei personaggi.
### UNA RIFLESSIONE SUL FUTURO
In conclusione, **L’innocenza** offre uno sguardo profondo nelle complesse dinamiche interpersonali e sociali, interrogando continuamente il pubblico sulla validità delle loro percezioni e giudizi. Kore’eda riesce a tradurre questa riflessione in immagini potenti e significative, mostrando come la verità sia soggettiva e che spesso le relazioni umane possano essere travolte da incomprensioni e pregiudizi.
L’opera invita a un’esplorazione del significato di amore e amicizia, suggerendo che, nonostante qualche errore, ci sia sempre spazio per la redenzione. Con il suo stile inconfondibile e una narrazione toccante, **Hirokazu Kore’eda** si conferma uno dei registi più raffinati del panorama cinematografico contemporaneo, in grado di farci riflettere su aspetti sempre attuali dell’esistenza.