Lacrime di Roberto Vecchioni per studenti manganellati: “Non doveva succedere”

25 Febbraio 2024 9:55: Roberto Vecchioni si commuove per gli studenti manganellati a Pisa e a Firenze: “Non doveva succedere”

Roberto Vecchioni, ospite fisso del programma di La7 In altre parole, si è sciolto in lacrime dopo avere assistito agli scontri a Pisa e a Firenze dove la polizia ha manganellato degli studenti inermi durante i cortei pro Palestina. Il cantautore e professore trova inaccettabile quanto accaduto e, in studio, ha espresso la sua amarezza per le immagini che in questi giorni stanno causando indignazione.

CONDANNE E REAZIONI
Nella trasmissione di La7, In altre parole, si stava parlando degli scontri a Pisa e a Firenze, che in queste ore hanno generato la ferma condanna del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Con i ragazzi, i manganelli esprimono un fallimento”. Dopo che Massimo Gramellini ha trasmesso il video, Roberto Vecchioni ha pianto: “Non sono cose da vedere queste. Anzi si devono vedere, ma non sono cose che possono succedere. Non devono succedere, noi non siamo così”. Massimo Gramellini gli ha fatto eco: “Confesso che la prima volta che ho visto questo video, non ci riuscivo a credere. Mi sembra talmente sproporzionata la cosa”.

IL DIBATTITO IN TV
Massimo Gramellini, nella trasmissione In altre parole, ha rimarcato anche l’incoerenza di giudicare i giovani come indolenti, disincantati, disinteressati e poi “appena si alzano dal divano, si staccano dal cellulare ed escono di casa per andare in piazza, con i loro corpi a far sentire la loro voce su una questione che, giusta o sbagliata che sia, è lo Stato a sdraiarli per terra a colpi di manganello”. Il conduttore del programma In altre parole ha anche rimarcato come sia dovuto intervenire il Presidente della Repubblica: “È toccato a uomo di 82 anni che di mestiere fa il Presidente della Repubblica a ricordare al governo che, usare i manganelli contro dei giovani che esprimono il loro dissenso in modo anche aspro ma non violento, è un fallimento”.

LA POSIZIONE DI ROBERTO VECCHIONI
Roberto Vecchioni ha espresso la sua vicinanza agli studenti feriti e ha sottolineato che “non è giusto che ragazzi che manifestano pacificamente vengano trattati in questo modo. Non è così che si dovrebbe gestire il dissenso in una democrazia”. Il cantautore, visibilmente scosso, ha ribadito il suo sostegno ai giovani che si battono per le proprie idee e ha condannato fermamente le violenze perpetrate nei loro confronti.

IL MONDO DELLO SPETTACOLO SI MOBILITA
La reazione di Roberto Vecchioni non è stata l’unica nel mondo dello spettacolo. Numerosi personaggi del mondo della musica, del cinema e della televisione hanno espresso solidarietà agli studenti e condannato con fermezza l’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine. Anche sui social media si è scatenata una forte mobilitazione, con molti utenti che hanno condiviso i video degli scontri e hanno manifestato indignazione per quanto accaduto.

COSA ACCADRA’ DOPO GLI SCONTRI
Dopo gli scontri a Pisa e a Firenze, sono molte le domande che si pongono sulla gestione del dissenso e sulla libertà di manifestazione in Italia. È importante riflettere su questi episodi e chiedersi se le forze dell’ordine abbiano agito in modo proporzionato e rispettoso dei diritti dei cittadini. È fondamentale che episodi come questi non si ripetano e che si trovino soluzioni pacifiche per gestire le divergenze di opinione in una democrazia moderna.

CONCLUSIONE
In un momento di forte tensione e di divisioni, è importante che ci sia spazio per il dialogo e per il confronto civile. Gli episodi di violenza non possono mai essere accettati come norma e bisogna lavorare insieme per costruire una società più giusta e inclusiva. Le lacrime di Roberto Vecchioni sono un segnale della profonda preoccupazione che molti italiani provano di fronte a episodi di violenza come quelli avvenuti a Pisa e a Firenze. Speriamo che da queste esperienze si possa imparare qualcosa e che si possa costruire un futuro in cui il rispetto reciproco e la non violenza siano i valori predominanti.

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