Ambasciatore israeliano critica Festival di Sanremo 2024 per diffusione di odio e provocazioni

FESTIVAL DI SANREMO 2024: LE POLEMICHE POLITICHE

Il Festival di Sanremo 2024 è stato al centro di numerose polemiche politiche, suscitate soprattutto da alcune prese di posizione fatte dagli artisti durante le loro esibizioni sul palco dell’Ariston. Tra i più esposti vi è stato Ghali, il cui messaggio “stop al genocidio” ha scatenato una vera e propria tempesta di critiche. Ma l’attacco più duro è arrivato dall’ambasciatore israeliano a Roma Alon Bar, il quale ha definito vergognoso il modo in cui il Festival ha diffuso odio e provocazioni. L’artista ha chiuso la sua esibizione dicendo “stop al genocidio”, come avevamo ma oltre a lui hanno avuto peso anche le parole di Dargen D’Amico e di Eros Ramazzotti. Nella mattina dell’11 febbraio sono arrivate le proteste esplicite contro il Festival di Alon Bar, su Twitter ha attaccato pesantemente la manifestazione con queste parole: “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi insieme ad altre decine di ostaggi israeliani. Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto. #Sanremo2024 #October7Massacre”. A sostenere l’attacco di Bar è stato Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e componente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai. “Leggo con tristezza l’intervento sui social dell’ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, che giustamente depreca alcune affermazioni fatte al Festival di Sanremo. Spero che i vertici dell’azienda si scusino con le autorità di Israele ed attuino interventi riparatori, tenuto conto delle giuste proteste dell’Ambasciatore di Israele. La Rai non può vivere fuori dalla realtà”.

LE CRITICHE A GHALI DELLA COMUNITÀ EBRAICA

Sebbene l’attacco di Bar non abbia destinatari specifici, sembra che Ghali sia stato il principale obiettivo delle sue parole. La sua canzone “Casa Mia” ha suscitato polemiche per il testo in cui il cantante afferma “di alzare un polverone non mi va (va) / Ma, come fate a dire che qui è tutto normale / Per tracciare un confine / Con linee immaginarie bombardate un ospedale / Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane”. Queste parole hanno provocato la reazione del presidente della comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi, il quale ha dichiarato: “Al festival di Sanremo, uno spettacolo che dovrebbe unire gli italiani, è andata in scena una esibizione che ha ferito molti spettatori. Ghali ha proposto una canzone per gli abitanti di Gaza, ma a differenza di Ghali non possiamo dimenticare che questa terribile guerra è il prodotto di quanto successo il 7 ottobre […] Non possiamo accettare che nella nostra Italia, nel paese dei nipoti di quanti hanno stilato le Leggi Razziali, si possa spacciare una tale propaganda antisraeliana, in prima serata, sulla televisione pubblica. Non col nostro silenzio. Le nostre sinagoghe e le nostre scuole sono circondate dalla polizia e dall’esercito, sappiamo sulla nostra pelle che la propaganda finisce per armare le mani dei violenti. E ci chiediamo, dove sono i vertici Rai?”.

IL CASO “STOP AL GENOCIDIO” DI GHALI

Ghali ha sottolineato sin dall’inizio che la sua canzone è stata scritta prima dell’incidente del 7 ottobre, tuttavia, non ha esitato a esprimere il suo sentimento di protesta contro ciò che sta accadendo a Gaza. La sua frase “stop al genocidio” pronunciata sul palco dell’Ariston è diventata oggetto di un misterioso caso. Durante la finale, questo frammento è stato tagliato dal video dell’esibizione caricato su RaiPlay, ma poi è stato reintegrato nei minuti successivi. Questo episodio ha alimentato ulteriori polemiche su come la Rai abbia gestito la situazione e quali siano stati i motivi dietro questa manovra.

In conclusione, il Festival di Sanremo 2024 ha suscitato numerose polemiche politiche, alimentate dalle prese di posizione degli artisti e dalle reazioni della comunità ebraica e dell’ambasciatore israeliano. Il dibattito sul ruolo della televisione pubblica e sulle conseguenze delle dichiarazioni politiche durante eventi di intrattenimento è destinato a continuare, mettendo in discussione il confine tra libertà di espressione e responsabilità sociale.

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